Il presidente del Milan Club Berlino: “Noi e gli interisti uniti ma divisi. Qui ogni tifoseria ha il suo pub per seguire l’Italia” – Calcio

Il presidente del Milan Club Berlino: “Noi e gli interisti uniti ma divisi. Qui ogni tifoseria ha il suo pub per seguire l’Italia” – Calcio

Il presidente del Milan Club Berlino: “Noi e gli interisti uniti ma divisi. Qui ogni tifoseria ha il suo pub per seguire l’Italia” – Calcio



BERLINO – Andrea Brambilla, 29 anni, è uno dei 32mila italiani che vivono nella capitale tedesca. Manager delle vendite per una società di software, è a Berlino dal 2017. E da due anni è presidente del Milan Club locale, che ha un centinaio di iscritti.

Voi italiani di Berlino, guarderete le partite degli Azzurri insieme o divisi per tifo di club?
“Noi del Milan Club Berlino ci troviamo al Birra, gestito da un italiano, in centro. Quelli dell’Inter Club hanno il loro ritrovo a Kreuzberg. Il Roma Club è al Come Va Va, tipico romano. E vedo in giro adesivi del Lazio Club. Va bene la Nazionale, ma le partite le guardiamo divisi”.

C’è un posto che porta fortuna ai tifosi italiani nella capitale tedesca?
“Non che io sappia, ma potrebbe diventarlo. Il giornale Berlino Magazine, italiano, ha comunque organizzato una visione collettiva sul tetto del Club Ost”.

La Germania ha vinto Italia 90, gli italiani il Mondiale tedesco del 2006. È abbastanza per un gemellaggio coi tifosi tedeschi?
“La rivalità prevale, ha radici profonde. A loro piacciono la nostra terra e il nostro cibo. Noi qui stiamo bene, per welfare e organizzazione. E ultimamente c’è più sole qui che in Italia. Ma il calcio è il calcio”.

I bookmakers puntano su Inghilterra, Francia e Germania. I tedeschi ci temono dopo l’Europeo 2021?
“Assolutamente sì. Si aspettano lo scherzetto. Sanno che potremmo incontrarci agli ottavi, e lo eviterebbero volentieri”.

Era complicato procurarsi i biglietti per lo stadio per questo Europeo?
“Difficilissimo. C’era un meccanismo di lotteria, cominciato un anno fa. Pochissimi fra gli amici italiani andranno allo stadio. Qualcuno ha ottenuto il biglietto, ma non avendo amici con cui andare lo ha poi rivenduto”.

L’Italia nel girone giocherà la prima a Dortmund. Qualche consiglio turistico per i nostri connazionali che verranno a vedere le partite dall’Italia?
“Ho visto Borussia Dortmund – Milan in Champions, in pullman da Berlino coi ragazzi del club. La città non è esaltante, diciamo. Ma una visita al museo del calcio vale”.

Da milanista, che effetto le fa l’Italia senza rossoneri?
“Fa male, parecchio. Rispettiamo le scelte del ct e ci prepariamo a tifare Italia lo stesso, ovviamente, ma da tifoso dico che un paio dei nostri potevano meritare la convocazione. Calabria, anche Gabbia. Alcuni milanisti sono più duri di me nel giudizio: troppi interisti”.

Come si inverte la rotta?
“Creando uno zoccolo duro di italiani a Milanello, come sta facendo l’Inter. È semplice”.

In assenza di milanisti, chi è il suo preferito?

“Federico Chiesa, che avrei voluto al Milan dopo la Fiorentina. Già allo scorso Europeo mi ha esaltato, speriamo si ripeta”.

E Donnarumma, è riuscito a perdonarlo?
“Assolutamente no, e il mio è il sentimento di un’intera tifoseria. È cresciuto nelle nostre giovanili. Aveva la fascia al braccio. Impossibile dimenticare”.

Le è piaciuta la conferenza stampa di Ibrahimovic?
“Mi ha lasciato confuso. Troppo aziendalista. Ha glissato su alcune domande, compresa quella per me fondamentale sull’italianità della rosa”.

Ha fiducia in Fonseca?
“Trovo sbagliato crocifiggerlo in partenza. Una volta fatta la scelta, va sostenuto”.

L’ultima partita che ha visto a San Siro?
“Ottavi di Coppa Italia contro il Cagliari a gennaio. Per il resto ho girato: Newcastle, Rennes, Roma per l’Europa League. Qui vado a vedere l’Ertha Berlino, in uno stadio stupendo, che a noi italiani evoca sempre bei ricordi”.

Chi è l’eroe degli italiani in Germania, fra i calciatori?
“Luca Toni! Forse più in Baviera, ma gli vogliamo bene. Fortissimo, simpatico, genuino. Ci rappresenta bene”.



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